Storia e tradizione
L’edificio sostituì il piccolo giardino annesso all’antico Monastero delle Ree pentite, la cui struttura persistette fino al 1897; infatti oggi il retro del ristorante si affaccia sulla cosiddetta via Ree pentite. Proprio dagli inizi del ‘900 il Centrale tramanda, attraverso l’arte della buona cucina, la cultura gastronomica ennese, fatta di sapori e ricordi d’entroterra senza tempo.
Una cucina semplice e tradizionale riporta alla memoria quei riti culinari rivelatori della genuinità e dell’ abbondanza dei prodotti di questa terra; cosi rivive nel palato il gusto remoto di piatti tipicamente mediterranei come la frascatola, a’ figliulata ca’ cipudda, u caprettu abbuttunatu,
u farsumagru all’ennese, i maccarruna alla castrugiuannisa , un piatto antichissimo preparato con un ragù dolce di maiale e cacao chiamato u’ sciabbò e molte altre preparazioni che la cucina della Famiglia Pirrera da quarantacinque anni “conserva e custodisce”.
Nel 1968 Gaetano Pirrera prese in gestione il piccolo ristorante, affascinato dagli elementi decorativi che rendevano l’ambiente confortevole; infatti, ancora oggi, una grande parete a specchio accoglie un intaglio tondeggiante, all’interno del quale si trova un vaso antico raffigurante il ratto di Proserpina e, nella parete accanto due bellissimi bassorilievi, realizzati negli anni ’40, raffigurano scene conviviali in una villa sul lago di Pergusa.
Fin da piccolo Gaetano si “abituò” all’arte culinaria, lavorando prima presso le case baronali e poi nel campo della ristorazione ennese, che gli permise di imparare metodi e segreti dai grandi maestri della tradizione, i Monsù, ovvero i cuochi che, recandosi presso le cucine delle case più illustri della città, preparavano magistralmente le pietanze per i commensali, facendo della cena un vero e proprio rito gastronomico.
Riuscì a fondere sapere ed istinto dando un tocco personalizzato alla cucina siciliana, pur conservando la semplicità e le radici culturali, due “ingredienti” che il figlio Giuseppe attualmente mantiene e riadatta con grande abilità.
Di questa continuità padre-figlio ne sono esempio i cosiddetti arancini do’ Centrali, una preparazione caratteristica di tutta l’isola, ma che al ristorante centrale di Enna trova una sua speciale “interpretazione” e rappresenta una delle bellezze gastronomiche citate dagli ennesi.
In onore degli arancini, più volte all’anno, Giuseppe propone serate dedicate a questa pietanza, nel corso delle quali le sfere dorate fanno il loro ingresso in sala da grandi protagoniste e vengono poste al centro del grande tavolo imperiale, dove pranzò il Re Vittorio Emanuele III durante la sua visita ad Enna negli anni ’40.
Insomma, se durante una fresca serata di primavera, vi sedete sulla panchina in piazza VI Dicembre e sentite che il leggero vento, sfiorandovi, porta con sé una bella fragranza di ortaggi caldi, sarà sicuramente la caponata che il Centrale sta cucinando per il buffet di antipasti del tavolo imperiale; se passate dal mercato S. Antonio, a mezzogiorno, durante una fredda giornata di Gennaio e, non appena superate la Chiesa dell’Addolorata sentite chiaramente l’odore di finocchietti selvatici che saltano sulla padella, saranno quelli che la cucina del Centrale prepara per condire i Maccheroni ai sapori locali e…
se, infine, vi trovate in via Ree pentite e davanti a voi una bella signora siciliana vi guarda e con un gran sorriso vi invita, come le nonne, ad entrare in cucina, quella è sicuramente la signora Lina che riderà non appena ammirerete il controfiletto in padella mentre s’insaporisce di cipolline all’agrodolce, carciofini di montagna e guanciale di maiale prima di sfumare con il vino bianco dell’ Etna.
(Anna Tinebra)
Storia e tradizione
L’edificio sostituì il piccolo giardino annesso all’antico Monastero delle Ree pentite, la cui struttura persistette fino al 1897; infatti oggi il retro del ristorante si affaccia sulla cosiddetta via Ree pentite. Proprio dagli inizi del ‘900 il Centrale tramanda, attraverso l’arte della buona cucina, la cultura gastronomica ennese, fatta di sapori e ricordi d’entroterra senza tempo.
Una cucina semplice e tradizionale riporta alla memoria quei riti culinari rivelatori della genuinità e dell’ abbondanza dei prodotti di questa terra; cosi rivive nel palato il gusto remoto di piatti tipicamente mediterranei come la frascatola, a’ figliulata ca’ cipudda, u caprettu abbuttunatu, u farsumagru all’ennese, i maccarruna alla castrugiuannisa , un piatto antichissimo preparato con un ragù dolce di maiale e cacao chiamato u’ sciabbò e molte altre preparazioni che la cucina della Famiglia Pirrera da quarantacinque anni “conserva e custodisce”.
Nel 1968 Gaetano Pirrera prese in gestione il piccolo ristorante, affascinato dagli elementi decorativi che rendevano l’ambiente confortevole; infatti, ancora oggi, una grande parete a specchio accoglie un intaglio tondeggiante, all’interno del quale si trova un vaso antico raffigurante il ratto di Proserpina e, nella parete accanto due bellissimi bassorilievi, realizzati negli anni ’40, raffigurano scene conviviali in una villa sul lago di Pergusa.
Fin da piccolo Gaetano si “abituò” all’arte culinaria, lavorando prima presso le case baronali e poi nel campo della ristorazione ennese, che gli permise di imparare metodi e segreti dai grandi maestri della tradizione, i Monsù, ovvero i cuochi che, recandosi presso le cucine delle case più illustri della città, preparavano magistralmente le pietanze per i commensali, facendo della cena un vero e proprio rito gastronomico.
Riuscì a fondere sapere ed istinto dando un tocco personalizzato alla cucina siciliana, pur conservando la semplicità e le radici culturali, due “ingredienti” che il figlio Giuseppe attualmente mantiene e riadatta con grande abilità. Di questa continuità padre-figlio ne sono esempio i cosiddetti arancini do’ Centrali, una preparazione caratteristica di tutta l’isola, ma che al ristorante centrale di Enna trova una sua speciale “interpretazione” e rappresenta una delle bellezze gastronomiche citate dagli ennesi.
In onore degli arancini, più volte all’anno, Giuseppe propone serate dedicate a questa pietanza, nel corso delle quali le sfere dorate fanno il loro ingresso in sala da grandi protagoniste e vengono poste al centro del grande tavolo imperiale, dove pranzò il Re Vittorio Emanuele III durante la sua visita ad Enna negli anni ’40.
Insomma, se durante una fresca serata di primavera, vi sedete sulla panchina in piazza VI Dicembre e sentite che il leggero vento, sfiorandovi, porta con sé una bella fragranza di ortaggi caldi, sarà sicuramente la caponata che il Centrale sta cucinando per il buffet di antipasti del tavolo imperiale; se passate dal mercato S. Antonio, a mezzogiorno, durante una fredda giornata di Gennaio e, non appena superate la Chiesa dell’Addolorata sentite chiaramente l’odore di finocchietti selvatici che saltano sulla padella, saranno quelli che la cucina del Centrale prepara per condire i Maccheroni ai sapori locali e…
se, infine, vi trovate in via Ree pentite e davanti a voi una bella signora siciliana vi guarda e con un gran sorriso vi invita, come le nonne, ad entrare in cucina, quella è sicuramente la signora Lina che riderà non appena ammirerete il controfiletto in padella mentre s’insaporisce di cipolline all’agrodolce, carciofini di montagna e guanciale di maiale prima di sfumare con il vino bianco dell’ Etna.
(Anna Tinebra)